domenica 29 luglio 2012

Sul tema del tempo


Qualche divertente speculazione

Nessuno ha ancora capito davvero cosa sia e per spiegarlo tutti citano tutti: filosofi, matematici, poeti… A partire dai primi illuminati, i greci, passando per Sant’Agostino, scivolando su Newton, sugli idealisti tedeschi per approdare a Einstein e alla molto citata teoria della relatività, di cui tutti conosciamo solo il nome, milioni di parole si misurano con la risposta ripercorrendo dapprincipio il ragionamento, senza fine…

Misurarsi col ‘problema’ del tempo, affascina, è chiaro, ed è terribile dover sempre partire dalla ormai ahimè scontata frase delle Confessioni … No, non voglio dirla.

Se nessuno me lo chiede, so cos'è il tempo, ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire”

L’ho detta.

La spiegazione di Tempo che mi è sempre piaciuta di più è quella del filosofo tedesco Immanuel Kant, sotto riportata (in sintesi). Riassunto (stringato) e commento (fantasioso) sono miei e sono tratti dal vero testo “Critica della Ragione Pura” in due volumi economici, edito da Bompiani. Qui, nell’Estetica Trascendentale, si comprende, o meglio, con molta fatica si comprende (forse), come possa essere spiegato, alla maniera dei filosofi, il concetto di Tempo.

Dunque.

Il tempo non è un concetto empirico, vuole dire che non dipende dall’esperienza sensibile: in effetti, non sarebbe possibile percepire relazioni come la simultaneità o la successione di eventi, se, come fondamento non si trovasse, a priori, cioè dato per scontato, la rappresentazione del Tempo.

Il tempo è una rappresentazione necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni e soltanto in esso è possibile una qualsiasi realtà delle apparenze. Significa che le cose empiriche, cioè percepite dai sensi, esistononel Tempo. E ciò è possibile perché il Tempo è, dentro di noi, a fare da fondale a tutto quanto accade nella realtà e nell’esperienza e ciò non è opinabile, ma necessario, ovvero senza possibilità di essere messo in discussione.

Oltre ciò, il Tempo ha una sola dimensione ed è infinito; ora, sulla dimensione si può essere più o meno vaghi, diciamo che per Kant è una sorta di linea che va in una direzione e tende all’infinito… tempi differenti sono semplicemente parti di un solo e medesimo Tempo. L’infinità del Tempo significa che ogni grandezza determinata di tempo (secondi, ore, minuti, secoli…) è possibile soltanto attraverso limitazioni di un unico tempo che sta alla base, il quale non ha misura: è infinito. Nonostante ciò, il tempo non è qualcosa che sussiste per se stesso come una determinazione oggettiva; ovvero non è qualcosa di oggettivo, a se stante, ma è la condizione soggettiva (è un senso interno del Soggetto, cioè Noi) sotto la quale tutte le intuizioni possono verificarsi in noi. Il tempo è la forma del senso interno e determina il rapporto delle rappresentazioni degli oggetti dentro di Noi, è una condizione soggettiva della nostra intuizione, e fuori dal soggetto (fuori da Noi) è nulla. È forma a priori della nostra sensibilità che, in esso, intuiamo e abbiamo esperienza di tutte le cose.

Il Tempo ha dunque una realtà sensibile riguardo a tutti gli oggetti e pertanto deve essere realmente considerato, ma se da esso si elimina la condizione particolare della nostra sensibilità, anche il concetto di tempo svanisce.

Difficile?

Beh, è come dire che la bellezza è negli occhi di chi guarda.

Sembra una frase banale, ma è filosofia pura: significa che non può esistere la bellezza oggettiva (in sé), ma che essa dipende dalla condizione del Soggetto che la guarda; nello stesso modo, il tempo è, in noi, la possibilità di intuire le relazioni del prima, del dopo, del durante fra gli eventi, nel mondo sensibile.

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