domenica 29 luglio 2012

La morte

Quindi il Tempo è un' invenzione umana?

No, è simile a un senso, al metodo del ragionamento che ordina le cose secondo criteri, secondo relazioni.

Però l’uomo gli ha dato un’unità di misura e questa unità di misura l’ha presa dalle meccaniche dell’universo conosciuto. In maniera semplice, diciamo dalla rotazione e dalla rivoluzione della Terra attorno al sole. Quindi l’unità di misura del tempo è relativa a questa Natura. Fuori da questa, dove Noi siamo i Soggetti sensibili, come sostiene Kant, non esiste.

Il che, però, non ha nulla a che vedere con l’immortalità. Solo che l’uomo che, dalla notte dei tempi, deve fare i conti con la sua finitezza, vorrebbe istaurare una sorta di relazione fra le due cose. Se, da qualche parte, non esiste il Tempo… Forse non muoio. Bellissima considerazione.

Ecco dove volevamo arrivare. Sempre lì. Tutti i ragionamenti vogliono arrivare lì. Al Problema.

Abbiamo un Problema, inutile negarlo.

La morte.

Inaccettabile.

Partendo dal presupposto dell’ineluttabilità della morte, e per ‘superarla’, è interessante il consiglio dei saggi, che non hanno sprecato parole vuote, ma hanno forse indicato la soluzione giusta, comprendendo prima o meglio degli altri dove stia la verità.

Ma seguire il consiglio di chi è più saggio non è cosa prevista dal codice personale dell’essere umano.

E quindi non ci resta che morire.

Prendiamo per esempio Seneca.

Nell’opera ‘De brevitate vitae’, lo stoico epicureo e razionale Seneca sostiene che la vita non sarebbe breve se non fossimo noi a renderla tale, occupandoci troppo di cose futili e con gli occhi sempre rivolti al futuro. Ma il futuro, come dirà poi ben bene Sant’Agostino, ‘Non è ancora’ NON è. Quindi tutti a preoccuparci di una cosa che NON è invece che occuparci di ciò che è, (l’attimo fuggente) della parte di Noi che (forse) non rischia di morire. L’Anima.

Troppo religioso come concetto?

Allora chiamiamola Ragione. Come hanno proposto gli Illuministi.

La Ragione, sede della Logica come sosteneva Hegel, potrebbe avere in sé tutte le risposte (e lo aveva già indicato Platone, immaginando anche che le avesse ‘dimenticate’).

L’Anima dell’uomo, Ragione o Parte-non-Sensibile, ha la possibilità di riscattarsi dalla schiavitù del corpo, cioè dei sensi, delle passioni, delle avidità, delle paure, delle piccolezze e delle ambizioni terrene, grazie all’amore per la conoscenza, cioè la filosofia, ‘Consolazione’ come la chiamava Severino Boezio, nei confronti delle cose terrene che spesso appaiono ingiuste.

Solo riuscendo a concentrarsi davvero su quanto in noi (forse) non è mortale, avremo superato la morte.

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