domenica 29 luglio 2012

Campione del mondo


(intervista a Antonio Scarpato, pubblicato su Rimini IN Magazine)

Germania 2006. Fabio Cannavaro alza al cielo la coppa del Mondo e Antonio Scarpato alza verso quello stesso cielo scoppi di luce e fuochi tricolore. La notte di Berlino s'illumina a giorno e l'Olympiastadion esplode in un artificio di meraviglia. Dall'apice dell'anello partono zampilli fluorescenti che accendono il buio e il carnevale impazza sulle piazze d'Italia. Il successo italiano non è solo sportivo in questa notte magica: noi che conosciamo Scarpato stiamo pensando anche a lui. Riminese a Berlino, autore dello spettacolo pirotecnico che chiude il Campionato Mondiale di Calcio. Questa notte è anche un po' sua.
A distanza di poche settimane da quel trionfo, mentre è in procinto di partire per Cannes alla volta del Festival di Arte Pirotecnica che nel 2004 lo ha consegnato al podio più alto con "Omaggio a Fellini", quel caffè che gli preparo personalmente è un ritaglio di relax nella frenetica giornata di artista-manager, di uomo di successo che ama la musica e la poesia e che si diletta a tornare col pensiero e col cuore ai significati passati dei fatti di oggi.
"Berlino, per esempio, viene da lontano." Si riferisce alla prima volta che uno Scarpato sparò i suoi fuochi da quella stessa postazione. "Mio nonno, che si chiamava Antonio come me, - racconta - da Napoli dove era Maestro del Fuoco, nel 1930 si trasferì in Germania per lavorare come specialista del settore in una nota azienda pirotecnica. Nel 1936 mio padre lo raggiunse nella capitale dove, quello stesso anno venne inaugurato con festeggiamenti sontuosi e fuochi d'artificio il nuovo stadio, opera dell'architetto Werner March. Fu una cerimonia fastosa, com'era nello stile del Reich e la mia famiglia possiede ancora una foto dell'evento di cui fu un po' protagonista e che ritrae Hitler mentre sorvola l'edificio in mongolfiera. Quello stadio, illuminato al suo esordio dai nostri fuochi, era già nella mia storia, faceva già parte di me."
La Germania è una terra cui Antonio è particolarmente legato, non solo perché suo nonno e suo padre Mario vi hanno lavorato per tanti anni prima di trasferirsi a Rimini definitivamente, ma anche perché è a Stoccarda che Antonio ha studiato chimica ed è lì che è andato perfezionando, in linea con il metodo tedesco, la sua preparazione e la personalissima visione del lavoro.
"Sono un perfezionista - rivela - e sento profondamente il carico di responsabilità che deriva dall'essere l'ultimo erede di una tradizione familiare antica e che vorrei non finisse con me."
Classe 1952, Antonio è consapevole che la nobile arte del fuoco necessita di passione e che, quasi certamente, il fatto di essere sempre stato accanto a suo padre, fin da piccolissimo -"mi metteva nel barile della polvere nera!" - abbia influito notevolmente sul suo destino.
Sei generazioni di maestri del fuoco, trecento anni di tradizione italiana che parte dalla Corte Reale di Caserta, scorrono nelle vene del 'pittore del cielo, regista del fuoco, poeta della luce', omaggiato dalle istituzioni più autorevoli del settore, fra cui il Festival di Arte Pirotecnica e il Festival del Cinema di Cannes.
Come sosteneva Federico Fellini 'la luce è il primo degli effetti speciali'. Fiat Lux è la prima magia del creato, la ragione assoluta degli illuministi, la fantasia produttiva dei poeti, ed il 'poeta' Scarpato, dall'animo sensibile e creativo, va cercando in ogni opera l'emozione estrema.
"Quando provo uno spettacolo pirotecnico - spiega Antonio - tutte le arti diventano muse. La musica, la poesia, la pittura, il cinema. Tutte concorrono a creare suggestione ed effetti speciali. Oggi, grazie alle moderne tecnologie, ai fuochi s'aggiungono immagini, parole, musiche, raggi laser; insieme ai quali i lampi, gli scoppi, le cascate di fiori e fontane, di stelle filanti, diventano storie proiettate sul maxi schermo del cielo. Quando provo uno spettacolo - prosegue - non smetto finché non sento quella stretta al cuore che solo un'emozione forte può dare. Allora capisco che ci siamo, che quell'opera lascerà il suo segno." Quello stesso segno che deve aver lasciato in Madame Veronique Cayla, direttrice generale del Festival del Cinema di Cannes che, dopo aver assistito allo spettacolo di Antonio Scarpato dedicato a Federico Fellini, lo ha raggiunto a Rimini con la proposta di dirigere quello stesso spettacolo a chiusura della sua prestigiosa manifestazione. Fra i ricordi che costellano la sua storia, il Festival del Cinema è uno di quelli che non si dimenticano facilmente.
Mentre ripercorre con la memoria la soddisfazione provata, inserisce un cd ed ascoltiamo in anteprima la colonna sonora di Mediterraneo, lo spettacolo che quest'anno concorre al Festival di Arte Pirotecnica nella sua versione di Campionato Mondiale fra le cinque Aziende vincitrici delle passate edizioni. Dal 20 di luglio fino alla fine di agosto, Cannes ospita, in date diverse, gli spettacoli del fuoco più straordinari del mondo per decretare in fine il campione dei campioni, al quale sarà consegnata la 'Vestale d'Oro'.
"Mediterraneo è ispirato al nostro meraviglioso mare fra le terre - spiega- che unisce e divide da sempre civiltà così diverse e così profondamente simili." La colonna sonora, fatta di parole e musiche riempie la sala. E' un susseguirsi di melodie tradizionali: musica corsa, spagnola, marocchina, araba, greca, italiana, che si diffonderà sul mare di fronte a Cannes mentre la magia dei fuochi evocherà i colori di ciascuna di quelle terre che si affacciano sul mare. Brilleranno i rossi, i gialli, i verdi, i bianchi, i blù, incrociandosi e fondendosi nel cielo sopra la Croisette. Per 25 minuti di meraviglia.
"In questo spettacolo - commenta Antonio - ho desiderato unire alla bellezza dei fuochi un significato più ampio. Ho pensato al mare, che nel francese mere ha il duplice significato di madre. Ho pensato alle culture che vi si affacciano, ho lavorato sulle musiche tradizionali dei diversi popoli, sulle parole che accompagnano il buio d'inizio, a quella poesia che ho composto io stesso." Mediterraneo - recita più o meno il testo - origine ed approdo di popoli migranti, ricco di civiltà e culture, luogo ove si mescolano le musiche. Mediterraneo ondeggiante messaggero di pace, immenso blu le cui rive sono popolate di fichi, vigneti e olivi. Ricevi questa manciata di stelle e di fuoco.
Il Festival, così come il Simposio Mondiale di Berlino o altre manifestazioni del settore è il luogo che esaudisce la voglia di esibire la propria maestria, nondimeno è il luogo da cui prende vita tutto il sistema commerciale annesso al settore: la richiesta di spettacoli, di produzioni speciali, di prodotti pirotecnici per le diverse manifestazioni che avvengono a livello internazionale. Oggi il 70% della produzione dell'Azienda riminese è destinato al mercato estero dove è richiesto uno standard qualitativo elevatissimo, fiore all'occhiello della produzione Scarpato.
"Il mio sogno è quello di portare uno di questi spettacoli nella mia città, costruire una piattaforma in mezzo al mare e da lì sparare 25 minuti di fuoco, nel cielo sopra il Grand Hotel, perché Rimini possa vivere quello stesso incanto."
Al momento dei saluti non posiamo sapere l'esito che avrà l'avventura francese che lo attende, anche perché il concorso terminerà alla fine dell'estate. I presupposti per l'ennesima vittoria ci sono tutti, ma scaramanticamente possiamo solo lasciarci con un 'in bocca al lupo' da parte mia e con un 'crepi il lupo' da parte sua.



Nessun commento:

Posta un commento